Sferisterio tra arte & cultura

Lo Sferisterio é il monumento simbolo della città di Macerata ed è stato aperto al pubblico, come riporta l’iscrizione apposta sopra l’ingresso, nel 1829 dopo quasi dieci anni di lavoro.

Finanziato da un sodalizio privato di benestanti famiglie maceratesi i cosiddetti “cento consorti” , lo Sferisterio è stato eretto per ospitare in una sede permanente alcune delle pratiche sportive maggiormente in uso nell’Ottocento, oltre che per essere utilizzato anche in occasione di manifestazioni e pubblici spettacoli. La struttura, progettata dall’architetto Ireneo Aleandri di San Severino Marche, nasce quindi quale nuovo spazio urbano aperto a tutta la citta- dinanza: l’edificio poteva infatti contenere anche più di 8000 spettatori, disposti lungo la gradinata rialzata, nei due ordini di palchi e nella balconata in pietra, da cui si può godere di una bella veduta panoramica sul paesaggio collinare e sul centro storico.

Lo Sferisterio di Macerata è considera-to oggi una delle più significative realizzazioni del tardo Neoclassicismo europeo.

Anteprima Macerata Opera Festival 2024

La fanciulla del West
Opera in tre atti su libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini, dal dramma The Girl of the Golden West di David Belasco. Prima rappresentazione: New York, Metropolitan Opera House, 10 dicembre 1910. Ambientata originariamente in California durante la “febbre dell’oro”, vede protagonista Minnie (unica interprete femminile del cast), giovane donna disposta a fare di tutto per amore di Dick, col quale riuscirà a conquistare la libertà.

Turandot
Dramma lirico in tre atti su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi. A causa della morte di Giacomo Puccini (1924), l’opera fu completata da Franco Alfano. Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 aprile 1926. Ispirata a un oriente fantastico, racconta la sfida sensuale tra l’ostinato Calaf e la “principessa di gelo” Turandot cui si contrappone la purezza dell’amore di Liù.

La bohème
Quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger. Prima rappresentazione: Torino, Teatro Regio, 1 febbraio 1896. Un gruppo di amici trascorre la giovinezza a Parigi destreggiandosi tra sogni d’amore e cruda realtà. Rodolfo e Mimì vedono infrangere il loro amore dinanzi alla povertà e alla malattia.

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